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Fino a mezzo secolo fa il piccolo mondo antico di Valbrevenna appariva agli occhi del visitatore molto popolato. Dalla forestazione all'allevamento, al pascolo le attività rurali erano sempre in fermento. Sulle fasce si coltivavano ortaggi, cereali e vite.
Oggi a testimonianza di un tempo sono rimasti i muretti a secco a sostegno delle fasce, i ruderi dei quindici mulini, i cascinali e le aie invase dall'erba e con i suoi ruscelli, boschi, sentieri che rappresentano un patrimonio ambientale tra i più suggestivi dell’entroterra genovese - punta tutto sul turismo residenziale estivo e sulla valorizzazione dei ”monumenti” della sua antica civiltà pastorale e contadina.

La Valbrevenna, con i suoi mulini abbandonati, i suoi tipici centri rurali, i suoi paesini incastonati nel verde, è davvero un grande museo all’aria aperta, che racconta la storia ormai quasi dimenticata della civiltà contadina dei nostri monti, di chi per secoli ha vissuto, non senza difficoltà, in questo territorio che ha visto il passaggio dei signori feudali così come quello delle truppe napoleoniche e, più recentemente, dei partigiani. E infatti è proprio questo comune ad ospitare la sezione etnologica del Museo Storico dell’Alta Valle Scrivia.

E’ Senarega che ospita la sezione di cultura contadina del museo storico Alta Valle Scrivia con l’antica stalla, l’essiccatoio per le castagne e la perfetta ricostruzione di un’abitazione rurale e relative scene di vita quotidiana dei secoli scorsi.
Gli edifici emergenti del borgo di Senarega sono il ponte medievale, la chiesetta a loggia, la casa-castello Senarega-Fieschi del XIII secolo (appartenuta prima ai Senarega e poi ai Fieschi, unico esempio in valle Scrivia di un’abitazione feudale che non sia stata abbandonata dopo il Cinquecento) e la chiesa parrocchiale dell’Assunta del 1650.

Da visitare la cappelletta di Mareta, con gli affreschi del Settecento e il presepe di Luzzati ambientato in una stalla seicentesca a Pareto.

Da vedere anche il Santuario della Madonna dell’Acqua, sorto dopo la pestilenza del 1548, sulla strada comunale poco più avanti del capoluogo Molino Vecchio. E’ immerso nel verde e nella solitudine dell'ansa del torrente nei pressi di una fonte ritenuta miracolosa dalla tradizione popolare per le proprietà medicinali della sua acqua. La Madonna dell'acqua si festeggia la prima domenica di luglio. Vicino al santuario, c’è anche il monumento dedicato ai caduti della Valbrevenna nel corso delle due guerre mondiali.

A Molino Vecchio, uno dei centri principali, si trova la sede del municipio e la piscina comunale dove d'estate si organizzano sagre e serate danzanti.

Nella frazione di Vaccarezza, raggiungibile soltanto da Casella, l’oratorio conserva una copia dell’Assunta di Luca Cambiaso (l’originale è a San Bartolomeo di Vallecalda). Nelle vicinanze è presente una grande quercia plurisecolare, si scorge anche la prima panoramica della Valbrevenna.

Risalendo invece la Provinciale la diramazione per Nenno conduce all’area archeologica del monastero di Sant’Andrea di Bovarizia (località Caserza).

In località La Cà un cartello illustrato descrive le sepolture dell’età del ferro.

Da Piancassine - Lavazzuoli si snoda il più breve itinerario escursionistico per l’Antola con tratti di mulattiera a gradoni di pietra.